Esperienza maestra di vita

“L’esperienza è il tipo di insegnante più difficile. Prima ti fa l’esame, poi ti spiega la lezione”.

E’ la frase lapidaria di Oscar Wilde che indica come il percorso esistenziale dell’uomo passi dall’ineluttabilità del rischio, dell’errore, all’opportunità di progettare ed edificare nel tempo il proprio essere verso la crescita personale.

L’esperienza è la valigia che contiene gli eventi che abbiamo vissuto e da cui possiamo estrarre le scelte migliori per non ripetere sempre gli stessi sbagli. L’esperienza è un esame perché ci costringe a riflettere, ricordare, scegliere la strategia migliore per affrontare ogni situazione. La lezione che poi apprendiamo andrà ad aggiungersi alle altre nella nostra personale valigia.

Occorre vivere gli eventi con consapevolezza che proviene dalla capacità di teorizzare l’esperienza.
Alla consapevolezza però non ci si arriva soltanto con la teoria costruita sull’esperienza altrui, ma occorre misurarla questa teoria, praticarla, assimilarla per arrivare alla consapevolezza che ci permette di vivere.

La filosofia intesa come amore per la conoscenza ci insegna che la storia è patrimonio di tutta l’umanità e ci aiuta a capire che la vita individuale e collettiva trascorre attraverso il tempo. Questo significa amare la conoscenza che essa racchiude, conoscere i fenomeni che si sviluppano attraverso il tempo, in sintesi voler sapere cosa è successo all’umanità attraverso il tempo.

Possiamo per questo definire la storia come memoria dell’umanità e per lo stesso motivo gli antichi romani la definivano Maestra di Vita, una serie di scenari differenti di cui spesso ci sfuggono le finalità, che però capiamo quando le azioni si compiono e danno vita a degli effetti. Il contatto con il tempo e con la storia fanno emergere la coscienza. La storia ci parla di guerre, di amore, odio, infermità, crimini, di nascita, crescita, morte di civiltà di popoli.

L’incontro con la storia ci trasforma perché ci permette di entrare in relazione con il passato per capire da dove veniamo, con il presente per capire chi siamo e qual è il nostro ruolo nella vita, nella società, con il futuro per capire cosa dovremo fare.

La storia ci permette di capire che l’uomo di oggi non è un essere separato dall’uomo di ieri o di domani, perché il presente è il risultato del passato e il futuro del presente. Tutto questo è molto naturale perché si riferisce a una delle tante leggi della natura, la legge di causa ed effetto o se si preferisce di azione e reazione. Esiste un detto popolare che dice chi semina raccoglie, questo significa che ciò che ognuno di noi semina raccoglie e se abbiamo seminato grano raccoglieremo grano e non mais e da questo verrà fuori un tipo di farina e non un’altra.

La storia quindi è come un filo invisibile ad occhio nudo che unisce l’umanità e aiuta l’uomo ad evolversi ad ampliare la propria coscienza. Chi infatti studia la storia, o l’attento osservatore, sa riconoscere le cause e gli effetti. Non distribuisce colpe o meriti ma ciò che cerca di fare è tirar fuori qualcosa di valido dall’esperienza vissuta anche se non in modo diretto ma raccogliendone gli effetti.

Se il passato è la memoria dell’umanità, il futuro è il risultato dell’esperienza assimilata. Quando condanniamo le guerre e i crimini del passato e continuiamo con le guerre e i crimini, cadiamo in contraddizione. Manca la coscienza storica, manca l’esperienza assimilata.

Questo è ciò che ci racconta la storia come memoria dell’umanità, ricordandoci che abbiamo il dovere morale di trasformarci in agenti della storia per un cammino di evoluzione individuale e sociale.

L’uomo che fa storia è un uomo generoso, si mette al servizio dei suoi simili, e ciò che lo differenzia dal vivere in maniera anonima è il fatto che ha la consapevolezza di partecipare alla comunità, e che il suo intervento può contribuire al miglioramento della società, per i giovani e le generazioni future. Infatti l’uomo che consapevolmente fa storia sviluppa una capacità di previsione per il futuro, non restringe la visione del futuro alla sua propria vita, ma considera anche quella di chi lo circonda.

Dobbiamo essere intelligenti, generosi, tolleranti, attivi per fare storia, per tracciare un sentiero di crescita di tutta l’umanità.

In conclusione “gli uomini non sono saggi in proporzione tanto all’esperienza quanto alla loro capacità di fare esperienza” (George Bernard Shaw).

Fra AMAB

 

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