Il Bambino Gesù di Praga

Devozione all’Infanzia di Gesù

Il culto all´infanzia di Gesù rimanda essenzialmente alla contemplazione del mistero dell’Incarnazione evocato nei Vangeli dell’Infanzia di Matteo e Luca.
La spagnola Santa Teresa d´Avila aveva sempre con sé una statua del Santo Bambino Gesù nelle sue fondazioni di nuovi monasteri di monache carmelitane Scalze.

Il culto all’Infanzia di Gesu’ in Boemia (oggi Repubblica Ceka) e’ legato al tempo del barocco, e il Santo Bambino di Praga ne e’ il protagonista assoluto.
La storia di questa particolare statua di cera di 47 cm rivestita da un vestitino comincia proprio nel sud della Spagna, come opera di uno scultore sconosciuto.
Isabela Manrique de Lara y Mendoza la offrì a sua figlia che sposò il nobile boemo Vratislav di Pernstein.
La statua fu a sua volta offerta alla figlia Polyssena come dono di nozze e, dal momento che non ebbe figlie, regalo’ la preziosa statuina al priore dei Padri Carmelitani Scalzi, presso il convento di Santa Maria della Vittoria nel quartiere di Mala Strana in Praga. Nell’anno 1631 i Sassoni attaccarono Praga e nemmeno i conventi si salvarono dal saccheggio. La statua del Santo Bambino rimase seriamente danneggiata e gettata fra le rovine dietro all’altar maggiore. Fu ritrovata solo nel 1637, quando venne a Praga padre Cirillo della Madre di Dio, proveniente dal convento dei Padri Carmelitani Scalzi di Monaco di Baviera. Dopo molti sforzi, egli riusci’ a far finanziare la riparazione delle manine della statua da un ufficiale della citta’. Il Santo Bambino divenne nuovamente oggetto di culto, e gli vennero attribuiti parecchi fenomeni miracolosi, fra cui la salvezza della citta’ in occasione di un assedio degli Svedi.
Nel gennaio 1651 la statua del Santo Bambino fu portata in pellegrinaggio per le chiese di Praga, prendendo in questa occasione l’appellativo di ”miracoloso” (gratiosus).
Nel XIX secolo la rinomanza del Santo Bambino di Praga aveva ormai raggiunto anche le terre piu’ lontane: Spagna, America del Sud, Italia, Filippine (gia’ dal XVI sec. con Magellano). Non solo, ma in parecchi conventi, soprattutto in quelli dei Carmelitani Scalzi, esisteva una speciale memoria liturgica mensile al Santo Bambino di Praga, il 25 di ogni mese. Particolarmente riconoscenti e debitori di favori speciali furono paesi dell’estremo Oriente come Vietnam, Corea, Filippine.
L´altare dove a Praga è collocata questa venuta dalla Spagna e´ pensato in modo da sottolineare fortemente il senso della spiritualita´ del Santo Bambino di Praga.
In linea verticale vediamo la raffigurazione dello Spirito Santo in alto, Dio Padre fino al Santo Bambino, il Figlio. E´ il mistero della Santissima Trinita´. In linea orizzontale a sinistra del Bambino Maria e alla sua destra s. Giuseppe, il mistero della Incarnazione. Il Santo Bambino di Praga e´ comprensibile solo all´interno del mistero dell´incrocio fra la famiglia divina e la famiglia umana.

Leggende sul Santo Bambino di Praga

Intorno al Santo Bambino di Praga sono fiorite tante leggende, la cui storicità si può discutere, ma che in ogni caso riflettono quello che sentivano e vivevano coloro che le raccontavano.

Al tempo della guerra fra Cristiani e Mori nella penisola iberica, c’era nel sud della Spagna un convento carmelitano. Neanch’esso fu risparmiato in una delle incursioni degli aggressori. Si salvarono solo quattro frati. Uno di loro si chiamava Giuseppe, e aveva una devozione particolare per il Santo Bambino Gesù . Mentre lavorava nel cortile, un giorno ebbe una visione di un giovane bambino che lo invitava alla preghiera. Il frate incominciò dunque a pregare l’Angelus, e alle parole “benedetto il frutto del tuo seno, Gesù ” sentì il Bambino aggiungere: “Sono io!”, e scomparì . Il volto però di quel bimbo gli si era stampato nella memoria. Sentì crescere un forte desiderio di rivedere quel bambino, anche solo per un attimo. Voleva infatti creare un ritratto che gli fosse simile, ma ogni sforzo risultava vano. Per molti anni il frate non riuscì a riprodurre una immagine che ricordasse fedelmente il viso del Santo Bambino. Ma un giorno il Bambino gli si rivelò nuovamente, quando era ormai molto vecchio. “Sono venuto a farti visita affinché tu possa terminare fedelmente la tua statua a mia somiglianza”, gli disse il Bambino. Il frate si mise subito alacremente al lavoro. Il volto gli riuscì come in un sogno. Era felice. Quando il lavoro fu terminato, il Bambino era già scomparso. Egli si sentiva molto stanco. Si addormentò a questo mondo, senza più risvegliarsi; il Bambino lo aveva chiamato con sè .
Naturalmente non ci chiediamo quanto questa leggenda sia verosimile. La gustiamo nella sua semplice bellezza naif.

Altri tre racconti leggendari sono rappresentati in tre quadri della serie storica del Bambino di Praga, dipinti nella prima metà del 18esimo secolo. Sono tutti ambientati nel periodo in cui la statua fu ritrovata abbandonata in un angolo della chiesa, e senza mano. Padre Cirillo cercò invano i soldi per riparare la statua. Per caso però si trovava a Praga il signor Benedetto Manskonig, di Usti sul Labe. Costui si ammalò gravemente, e si rivolse per conforto al padre Cirillo, il quale gli parlò della possibilità di guarigione legata alla fede nella statua del Santo Bambino. Senza pensarci due volte, il signor Benedetto diede 100 monete d’oro a padre Cirillo, per ingraziarsi il Santo Bambino. Il secondo racconto invece ci dice come padre Cirillo pregasse per trovare i soldi necessari per riparare le manine della statua miracolosa. In risposta alle sue preghiere, un giorno fu visitato da una agiata signora, la quale gli diede la somma necessaria.
Un altro racconto parla di come il Santo Bambino aiutò la famiglia agiata di Giorgio Kolovrat Libstejn. Sua moglie perse vista e udito. Non appena fu toccata con la statua del Santo Bambino guarì. Questa signora però era molto egoista, e decise di tenere nel suo palazzo la statua miracolosa, come protezione. Ma allorché volle allontanarsi dal suo palazzo, la carrozza non riuscì a muoversi. Non tardò a rendersi conto che la statua doveva tornare al suo posto, per la venerazione di tutti i fedeli. Solo allora poté intraprendere il suo viaggio.
Iniziarono a rivolgersi al Santo Bambino sia i nobili come la gente più semplice. E’ singolare che la prima imitazione del Bambino Gesù di Praga fu fatta dallo scultore Giovanni Schlansovsky, nella prima metà del 18esimo secolo. Egli intagliò un modello, e da esso furono tratte 100 copie della statua originale, che furono poi spedite in tutto il mondo. Anche la nostra porcellana di Dresda conserva una forma che secondo il modello dello scultore Gottleb Kirchner fu ritoccata dal famoso modellista J.J. Kandler.

MIRACOLI

Ma le notizie circa fatti miracolosi legati in qualche modo a questa statua non sono solo cosa del passato, bensì continuano anche nel presente.
Una ad esempio proviene da Tamara, bimba brasiliana di due anni. Fin dalla nascita aveva forti disfunzioni lombari, e doveva camminare con degli attrezzi speciali, conservati fino ad oggi nella chiesa. Con grande difficoltà riusciva a fare dei passettini. I suoi genitori fecero una novena al Santo Bambino di Praga. Nel sesto giorno della novena ella poté togliersi gli attrezzi speciali che l’aiutavano a muoversi, e camminare da sola. I medici restarono stupefatti. Alcuni non riuscirono a credere che si trattasse di un miracolo, ma i suoi genitori riuscirono a pagarsi il costoso viaggio fino a Praga per ringraziare, nell’anno 1995.
Un altro fatto è la guarigione di una donna indiana, che da giovane restò immobilizzata ad un letto per lungo tempo, paralizzata. Un giorno le si rivelò il Santo Bambino di Praga, ed ella intuitivamente capì che poteva essere guarita. Iniziò a pregare una novena al Santo Bambino servendosi di un libricino che era riuscita a procurarsi da qualche parte. Durante la novena iniziò a sentire che pian piano, prima nelle gambe ed in seguito in tutto il corpo, stava ricominciando a circolare la vita. Dopo solo alcune settimane era guarita dalla paralisi. Nel 1994, dopo aver raccolto il denaro per tutta la vita, all’età di 71 anni, riuscì a compiere il suo pellegrinaggio di ringraziamento a Praga, inginocchiandosi davanti a Colui che l’aveva guarita.

Fra AMAB

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