Lucia, una santa dalle grandi vedute

Il governo dell’imperatore romano Diocleziano fu una delle stagioni più sanguinose per i primi cristiani.

Molti conobbero il martirio cruento a causa della sua furia persecutrice.

Giovani e meno giovani, attratti dalla figura di Cristo e spinti dagli eroici esempi dei martiri cambiarono radicalmente vita.

Una giovane siciliana originaria di Siracusa il 13 dicembre 304 d. C. fu consegnata agli aguzzini in odio alla fede.

Il suo nome era Lucia.

Come spesso accadeva, fu il promesso sposo a denunciarla alle autorità imperiali.

Sembra che il movente non fu tanto il diniego della fanciulla a concedersi a lui in vista di una sua consacrazione religiosa, quanto l’estrema generosità verso i poveri, le vedove e i sacerdoti cristiani.

Lucia esprimeva in questo modo la riconoscenza al Signore per la grazia della guarigione concessale per la madre attraverso l’intercessione della catanese S. Agata, già popolare in Sicilia orientale.

La fanciulla, bella ma anche nobile e ricca era un buon partito per l’avido fidanzato che temeva di perdere le ambite risorse economiche per il suo avvenire.

Forse credeva che la denuncia al Prefetto Pascasio l’avrebbe intimidita e indotta all’abiura della fede cristiana.

La realtà fu ben diversa.

Lucia era molto ferma nella sua fedeltà a Cristo ed è proprio questo che provocò la stizza del Prefetto.

L’autorità imperiale cercò di umiliarla consegnandola a un lupanaro, ma la fanciulla divenne miracolosamente inamovibile.

Secondo la tradizione a Lucia le cavarono per sfregio gli occhi, che miracolosamente rispuntarono ancora più belli, prima di infierirle il colpo di grazia.

Il supplizio del cavo degli occhi non è storicamente certo, comunque l’attribuzione di potere taumaturgico a beneficio degli ipovedenti deriva dall’etimologia del suo nome che significa “luce”.

Il giorno del suo martirio, inoltre, è prossimo al solstizio d’inverno quindi è il più bisognoso di luce.

E’ confermata comunque la veridicità del martirio e la simbologia del contrasto tra le tenebre del paganesimo di un Impero in discesa e l’ascesa del Cristianesimo con il culto a Cristo il Re dei Re, il Sole senza tramonto.

Il messaggio di Santa Lucia è comunque un modo di vedere la realtà.

“L’essenziale è invisibile agli occhi” scriveva Saint-Exupéry nel Piccolo Principe: “non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi” .

Santa Lucia insegna a concentrarsi sulla “vista” dell’interiorità dell’uomo che osserva l’essenziale.

Vedere la realtà esterna è utile per la nostra vita, ma anche riduttiva.

Solo gemellando le due viste, interna ed esterna valutiamo la persona e le cose con meno pregiudizi scoprendo i nostri difetti e affrontando meglio le nostra paure.

Lucia fu storicamente uccisa pugnalata alla gola come un agnello innocente e immolato.

La madre Eutichia seppellì la figlia a sulla tomba fece scolpire una colomba, portatrice della pace che Lucia aveva profetizzato.

E infatti, poco tempo dopo fu data la pace alla Chiesa cristiana da Costantino.
Nel punto dove la martire aveva reso l’anima a Dio, fu eretto un tempio e il culto di Santa Lucia si diffuse rapidamente in tutta la cristianità dal Sud Italia fino alla Scandinavia.

Napoli le ha dedicato un quartiere con relativo santuario e un celebre canto.

In alcune province del Nord Italia, come Bergamo, Brescia e Verona, il giorno di Santa Lucia è atteso con gioia dai bambini perché la Santa, in groppa al suo asinello e seguita dal cocchiere Castaldo, porta doni ai più piccini a condizione che siano stati “buoni e meritevoli”.

Persino nei paesi scandinavi, in particolare in Svezia, Santa Lucia è molto venerata.

Il 12 dicembre di ogni anno i bambini cucinano biscotti.

Poi la mattina del 13, la figlia più grande della famiglia si veste come la Santa. Indossa quindi una camicia bianca con una cintura rossa e una corona decorata con tante candeline.
Questa processione sveglia gli altri membri della famiglia offrendo i biscotti cucinati il giorno precedente.

Alcune volte questa processione si sposta di casa in casa nel quartiere cantando una canzone per la Santa dal titolo: Luciasången (che non è altro che la celebre canzone “Santa Lucia” napoletana con un testo in lingua svedese).

Davvero sorprendente per una fanciulla siciliana vissuta millesettecento anni fa!

Fra AMAB

Illustrazione: Lorenzo Lotto, Santa Lucia davanti al giudice

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