Il catino della lavanda dei piedi

Mi ha particolarmente colpito quest’anno un pensiero di Madeleine Delbrêl sul Giovedi Santo.
E’ presto diventato virale sui social network cristiani per il fatto che corrisponde sicuramente al linguaggio e alla mentalità dell’uomo di oggi insieme alle sue attese.
Esso trova anche corrispondenza nella sensibilità pastorale di Papa Francesco e nella nuova marcia che vuole proporre alla Chiesa quale condizione indispensabile di profeticità e di santità che risponde al principio di una permanente riforma.
La vita di Madeleine originaria della regione francese della Dordogna non fu per niente facile.
Nacque all’inizio del ‘900 un secolo segnato da due guerre mondiali ma anche da stravolgimenti culturali e sociali che vedevano nell’industria pesante emergente l’esodo dalle campagne e la popolazione insostenibile delle aree dove sorgevano le grandi fabbriche.
A 17 anni si dichiarò atea convinta e arrivò a scrivere: «Dio è morto! Viva la morte!»
Fu in quel periodo che si trasferì a Parigi il cui clima forse la inaridì ulteriormente sul piano religioso senza però spegnere la sua vena naturale di donna di lettere tanto che a ventidue anni vinse il premio annuale di poesia Sully-Prudhomme dell’Académie Française per giovani poeti.
Finita l’adolescenza e iniziata la fase di giovane adulta Madeleine rimase sconvolta dall’entrata in convento come frate domenicano di un suo carissimo amico che lei frequentava da tempo, Jean Maydieu.
Questo fatto provocò in lei una profonda crisi: aveva cominciato ad interrogarsi sul senso profondo dell’esistenza. Il positivismo le sembrò la risposta meno adatta alla sua inquietudine: lasciava aperti troppi interrogativi. Cominciò a pregare fino all’incontro con Dio nel marzo 1924.
Avrebbe voluto farsi carmelitana ma venne trattenuta dalla cecità del padre per il quale si sentì in dovere di offrire assistenza.
Non potendo lasciare il mondo per il convento fece del mondo il suo convento.
Divenne guida scout adoperandosi molto nell’apostolato per i giovani e a ventinove anni, siamo nel 1933, conseguì il diploma di assistente sociale e si mise al fianco degli operai di Ivry-sur-Seine alla periferia di Parigi, chiamata “la città dalle 300 fabbriche”.
Madeleine, vivendo con la gente nella quotidiana lotta per vivere, poté rendersi conto che in quel luogo di fatica ed emarginazione, mancava la voce del Vangelo: i cattolici non erano presenti e i preti erano chiusi nelle loro canoniche. Era un vuoto pesante, che lei pensò di dover riempire portando fra quella gente, spesso disperata, la speranza di Cristo.
Cominciò a percorrere le strade della periferia, mescolandosi fra la gente, entrando nei caffè affollati, nelle osterie e nelle sale d’attesa del metro, dove erano rifugiati i più disgraziati. Li avvicinava, li ascoltava, si caricava dei loro problemi, offrendo loro la consolazione e la speranza dell’amore cristiano.
Con un profondo senso di azione umanitaria, associata al suo spirito contemplativo, viveva l’amore di Dio tra la folla parigina.
“La città delle 300 fabbriche” era un crogiuolo di tensioni, rivendicazioni salariali, lotte operaie, scontri sociali e ideologici. Era anche il laboratorio del marxismo e del comunismo francese: i ritmi esasperanti di lavoro, lo sfruttamento operaio e le ripetute ingiustizie, suscitavano la rabbia collettiva e l’intolleranza.
Madeleine formulò la convinzione che «un ambiente ateo non è un luogo totalmente malvagio in cui delle tentazioni tendono delle imboscate alla fede, ma una terra di conversione in cui Dio ha previsto delle prove che, scelte da Lui, riconosciute da noi, faranno della nostra fede, proprio là dove deve lottare, la fede sana e vigorosa che Gesù Cristo ci ha donato».
Visse, approvandola con entusiasmo, pur non nascondendone i limiti e i pericoli, l’esperienza sorta in Francia dei “preti operai” negli anni ’50.
Morì poco prima di compiere 60 anni, il 13 ottobre 1964, a Ivry-sur-Seine, per una congestione cerebrale e fu sepolta al cimitero comunale di Ivry, dove tutt’ora riposa.
Il 12 maggio 1993 è stato concesso dalla Santa Sede il nulla osta per la Causa di beatificazione e il 26 gennaio 2018, ricevendo in udienza il cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui Madeleine Delbrêl è stata dichiarata Venerabile.
La poesia su Giovedi Santo è una sorta di testamento spirituale che rivela la sua missione e la sua spiritualità.

Giovedì Santo

Se dovessi scegliere
una reliquia della Tua Passione,
prenderei proprio quel catino
colmo d’acqua sporca.
Girare il mondo con quel recipiente
e ad ogni piede
cingermi dell’asciugatoio
e curvarmi fino a terra,
non alzando mai lo
sguardo oltre il polpaccio
per non distinguere
i nemici dagli amici,
e lavare i piedi del vagabondo,
dell’ateo, del drogato,
del carcerato, dell’omicida,
di chi non mi saluta più,
di quel compagno per cui non prego più,
in silenzio,
perché tutti
capiscano il tuo amore
nel mio.

Madeleine Delbrêl

 

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