Il sorriso furtivo

Questa mattina il giornale on line “Sicilians” ha reso noto i “furti nella notte al presepe vivente di Calderà”. Benché le festività natalizie siano giunte a termine, sono diversi i motivi per i quali sorridere e trasformare un “fatto di cronaca” nel prolungamento gioioso dei lieti giorni che ci hanno accompagnato.

E’ evidente che a Barcellona non devono essersi ultimamente registrati episodi significativi se diventa notiziabile il “brutto episodio” di Calderà secondo il giudizio del giovane pubblicista Carmelo Amato.
La bruttezza sicuramente è data dal gesto vile e furtivo, ma così come in queste ore in tanti stanno commentando sui social network, deve trattarsi davvero dell’opera di “poveri ladri”, quelli che un tempo erano chiamati i “ladri di galline”.
Sono stato informato solo allo zenit delle ore tredici del “brutto episodio” favorito invece ore prima dal buio della notte.
Credo che desterebbe più curiosità e ilarità la storia di un parroco che viene a sapere fatti che lo riguardano a mezzo stampa.
La notizia parla di asportazione di pedane di legno e tavoli “in fase di quantificazione”.
Non è la prima volta che la preoccupazione sulla tempistica della pubblicazione svilisca la notizia stessa per la mancanza di fonti precise e istituzionali col relativo pressappochismo sui dati. Bastava una professionale telefonata.
Vorrei allora precisare che sono state prelevate quarantuno pedane di legno e qualche ortaggio (anche carrube con il cesto…) di cui i rispettivi proprietari da me interpellati hanno ulteriormente contribuito ad alimentare quel sorriso che deve caratterizzare il buon cristiano e la nonchalance sui fatti non essenziali della nostra vita.
I parrocchiani si sono preoccupati, alcuni indignati, altri hanno accennato a una colletta di riparazione danni…
Tutto questo mi rincuora ma non c’è affatto bisogno di arrivare a tanto dopo gli sforzi già prodotti in semplicità e letizia per quest’evento così bello, riuscito e utile per la nostra comunità.
I “signori” proprietari del materiale sottratto mi hanno già detto che “non c’è nessun problema e non vogliono nessun indennizzo”.
Si racconta nei Fioretti di San Francesco che un giorno bussarono al convento di Montecasale nei pressi di Arezzo tre briganti.
Agnolo, il frate guardiano, li respinse prontamente ma Frate Francesco venutolo a sapere gli impose di andarli a cercare per monti e per valli con un fiaschetto di vino e del pane fresco come quello offertoci nel presepe vivente di Calderà.
I tre uomini raggiunti dal padre guardiano rimasero tanto sorpresi quanto commossi e gettatisi più tardi ai piedi di Frate Francesco gli chiesero di fare penitenza e di entrare nell’Ordine.
Vengono in mente le bellissime parole che sant’Agostino ha scritto a commento della prima Lettera di Giovanni: «Ti chiedo perché ami un nemico? Perché lo ami? […] Desidera che egli sia tuo fratello. […] tu vedi il nemico che ti avversa, ti aggredisce, ti esaspera. Ma in lui tu vedi una persona. Tu vedi tutte queste cose che ti contrastano, fatte da un uomo, ma vedi in lui ciò che è stato fatto da Dio. […] Perciò quando ami il nemico, ami il fratello».
In questo periodo di particolare freddo la legna è un combustibile ambito non solo da fornai ma anche da chi ha bisogno di alimentare il suo caminetto domestico per riscaldarsi.
Se questi fratelli (o sorelle?) ladri avessero ancora bisogno di legna o di qualche cavolfiore o carruba, non esitino a richiederceli!
La nostra comunità continuerà ad essere sempre generosa ed accogliente per trasformare il male in bene.
Per il presepe vivente un arrivederci al prossimo Natale.
Sarà ancora più bello perché niente e nessuno ci potrà rubare la gioia del lavorare insieme e dello stare insieme per lodare e benedire Gesù Bambino nella nostra Chiesa-famiglia parrocchiale.

Fra AMAB

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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