La GMG come laboratorio di servizio

Papa Francesco ha sorvolato l’Atlantico per il ritorno a Roma portando nel cuore il ricordo dei settecentomila giovani della Giornata Mondiale della Gioventù a Panama.

Il suo soggiorno nel Paese dell’America Centrale è stato purtroppo intriso nel sangue dei fatti di cronaca che si consumavano in quei giorni: gli attentati terroristici alla scuola dei cadetti di Polizia in Colombia e in una chiesa nel Sud delle Filippine. Anche il non lontanissimo Venezuela ha fatto parlare di sé in questi giorni per le tensioni e le violenze pronte a crescere nello scontro di potere.

Quest’edizione della GMG ha avuto come tema il servizio che trova il suo modello nella risposta della Vergine Maria all’arcangelo Gabriele: “Eccomi sono la serva del Signore, sia fatto di me secondo la tua parola”.

Servire significa impegnarsi ed entrare nella dinamica della crescita personale.

I limiti e le debolezze personali non possono mai giustificare il disimpegno e l’arrendevolezza.

E’ questa la novità che le giovani generazioni sono chiamate a vivere in un presente nel quale la Chiesa non le considera solo come dei futuribili, ma come soggetti attivi per la costruzione del domani a partire dal presente.

La giovinezza infatti non è sinonimo di “sala d’attesa” per chi aspetta il turno della propria ora.

Moti giovani si sono accontentati finora dell’ingannevole avvenire “impacchettato e garantito” votato alla sopravvivenza più che alla vita, con la relativa perdita dei sogni da alta quota.

L’amore di Dio non è una prova temporanea, ma una realizzazione nel presente della storia personale di ognuno.

La forma più bella di risposta rimane il servizio.

Servire significa vedere nel volto degli altri “il prossimo” di cui ci parla il Vangelo.

“Il prossimo è un volto che scomoda felicemente la vita – ha detto Papa Francesco a Panama – perché ci ricorda e ci mette sulla strada di ciò che è veramente importante e ci libera dal banalizzare e rendere superflua la nostra sequela del Signore”.

Solo ciò che si ama può essere servito e salvato.

Il filo conduttore della Giornata Mondiale è stato dunque il vivere amando e l’amare servendo sull’esempio di Maria.

Lungi da mero sentimentalismo il Papa ha voluto anche spingere i giovani a rimboccarsi le maniche e seguire l’esempio di Maria.

I passi dei giovani alle volte sono paralizzati perché non c’è nessuno che li aiuti a camminare e li conduca a Cristo come gli amici del paralitico che calarono i malato nella casa di Zaccheo.

Papa Francesco ha voluto farsi l’amico di una gioventù paralizzata nella quale due gesti sono parsi significativi: all’arrivo nell’aeroporto panamense e alla Casa Hogar a poche ore dalla partenza.

Due giovani in sedia a rotelle sono stati letteralmente sollevati dai loro amici e fratelli perché il Papa li vedesse e benedicesse.

L’imperitura generazione GMG sembra voler continuare a sollevare coetanei intorpiditi affinché il loro entusiasmo li contagi nella gioia di un servizio non episodico ma duraturo nel servizio alla società e alla storia.

 

Fra AMAB

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