La malattia: opportunità di evangelizzazione e occasione di umanizzazione

Ogni 11 febbraio, in occasione della memoria di Notre Dame di Lourdes, si celebra la Giornata Mondiale del malato.

Il santuario dei Pirenei è un luogo dove tanti sofferenti si recano in cerca di speranza e molti ne traggono guarigione spirituale e corporale.

Nel 2008 eclatante fu il caso della suora francese Bernadette Moriau che durante l’Adorazione Eucaristica guarì all’istante dopo anni di dipendenza da busti e macchine per la neuro-stimolazione.

Quest’anno 2019 si celebra in modo solenne a Calcutta la XXVII Giornata Mondiale del Malato.

Un giorno Madre Teresa, figlia adottiva e madre acquisita di quella città indiana, parlò con un seminarista.

Guardandolo con i suoi occhi limpidi e penetranti gli chiese: “Quante ore preghi ogni giorno?”.

Il ragazzo rimase sorpreso da una simile domanda e provò a difendersi dicendo: “Madre, da lei mi aspettavo un richiamo alla carità, un invito ad amare di più i poveri. Perché mi chiede quante ore prego?”. Madre Teresa gli prese le mani e le strinse tra le sue quasi per trasmettergli ciò che aveva nel cuore. Poi gli confidò: “Figlio mio, senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri! Ricordati: io sono soltanto una povera donna che prega; pregando, Dio mi mette il suo Amore nel cuore e così posso amare i poveri. Pregando!”

Questo aneddoto rivela come ogni gesto di carità verso il prossimo sia la risposta all’iniziativa di Dio che precede e che rende i gesti di dono gratuito la via più credibile di evangelizzazione.

Papa Francesco nel messaggio pubblicato il 25 Novembre 2018 per questa giornata mondiale pone l’accento anche sulla qualità delle relazioni.

Il rapporto medico-paziente non si esaurisce soltanto in un patto fiduciale così come il dono ha un significato più profondo del regalo come trasferimento di proprietà di un bene.

In ambo i casi il presupposto è lo stabilire un legame che viene preceduto da un dialogo.

Cristo ne è la causa esemplare con la sua incarnazione rovesciando il paradigma del tornaconto o dell’indebitamento morale nei confronti di chi fa il bene.

I bisogni primari del neonato o del fanciullo ci ricordano la nostra natura creaturale e nello stesso tempo la dipendenza dagli altri.

Questo legame l’antropologia cristiana lo traduce con il sentimento di fratellanza universale di cui erano testimoni consapevoli i santi come il Poverello di Assisi o proprio Madre Teresa di Calcutta.

Entrambi si presero cura degli scarti della società rappresentati nelle rispettive epoche e contesti culturali dai lebbrosi e dagli agonizzanti.
Su tutto e su tutti il riconoscimento della dignità umana cedeva il posto ad ogni forma di egoismo e chiusura verso il prossimo.

Santa Madre Teresa – scrive il Papa Francesco – “ci aiuta a capire che l’unico criterio di azione dev’essere l’amore gratuito verso tutti senza distinzione di lingua, cultura, etnia o religione. Il suo esempio continua a guidarci nell’aprire orizzonti di gioia e di speranza per l’umanità bisognosa di comprensione e di tenerezza, soprattutto per quanti soffrono”.

Nel messaggio per la Giornata dell’Ammalato c’è infine un riferimento e incoraggiamento all’azione dei volontari: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8)

Il volontario non è solo un professionista della sanità o uno spenditempo della bontà.

Interpretare il suo ruolo all’esempio del Buon Samaritano significa diventare anche un amico disinteressato a cui si possono confidare pensieri ed emozioni.

L’ascolto crea infatti le condizioni per cui il malato, da passivo oggetto di cure, diventa soggetto attivo e protagonista di un rapporto di reciprocità, capace di recuperare la speranza, meglio disposto ad accettare le terapie.

Il volontariato comunica valori, comportamenti e stili di vita che hanno al centro il fermento del donare. È anche così che si realizza l’umanizzazione delle cure e delle culture.

Le istituzioni sanitarie cattoliche – insiste Papa Francesco – non dovrebbero cadere nell’aziendalismo, ma salvaguardare la cura della persona più che il guadagno.

La salute infatti è relazionale, dipende dall’interazione con gli altri e ha bisogno di fiducia, amicizia e solidarietà, è un bene che può essere goduto “in pieno” solo se condiviso.

La gioia del dono gratuito è l’indicatore di salute del cristiano.

Fra AMAB

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