MESSAGGIO DI PASQUA 2019 AI PARROCCHIANI DI SAN ROCCO IN CALDERA’

Cari fratelli e sorelle, pensando a voi, mi vengono in mente due semplici parole. La prima, che scaturisce dal cuore, è “grazie”. Ringrazio il Signore per avermi chiamato a seguirlo da vicino e aver voluto farmi svolgere il sacro servizio in questa comunità di Calderà fatta di persone degne e laboriose che malgrado i tanti problemi che le affliggono non perdono mai la loro speranza. Grazie perché andate controcorrente: la tendenza di oggi è alimentare il disfattismo con l’incapacità di credere nel potenziale di crescita del nostro Meridione d’Italia, della nostra Sicilia.
E’ vero che pochi hanno troppo e troppi hanno poco; questa è la logica di oggi. Molti non hanno lavoro e vanno alla deriva, mentre pochi annegano nel superfluo. Questa perversa corrente di disuguaglianza è disastrosa per il futuro non solo della nostra terra, ma dell’umanità. Grazie quindi perché voi pensate e agite controcorrente. Siete rimasti nel territorio e guardate fiduciosi un orizzonte dal tempo incerto, come alle volte si presenta il mare da dove affiorano le nostre isole Eolie. Grazie per il vostro lavoro in parrocchia, manifesto e spesso nascosto, discreto…
Nascosto come le radici di un albero che non si vedono, ma dalle quali proviene la linfa che nutre tutta la pianta. Forse non ricevete molti riconoscimenti, né onorificenze, ma Dio vede tutto, conosce il vostro zelo e sacrificio e voglio dirvi a nome Suo il sincero “grazie”. Dio, non scorda mai il bene e sa ricompensare chi è buono e generoso.
Per stare bene in una comunità bisogna unire alla generosità una particolare sensibilità umana.
E’ questo che rende amabili. Vorrei consigliarvi di coltivare sempre la vita interiore e i sentimenti che dilatano il cuore e nobilitano le persone e i popoli. Sono tesori che valgono più di ogni bene materiale. Allargare il cuore. Molte belle iniziative si portano avanti nella nostra parrocchia con il vostro sostegno.
La seconda parola che vorrei dirvi, dopo il “grazie”, è “avanti!”.
Significa proseguire con rinnovato impegno questa vostra opera, senza stancarvi, senza perdere la speranza, senza cedere alla rassegnazione pensando che sia solo una goccia nel mare.
Sono arrivato a Calderà un 5 Settembre, giorno di Madre Teresa. La Santa di Calcutta diceva: “Sì, è una goccia nel mare, ma con quella goccia il mare è diverso”. Il nostro mare con la goccia della vostra fede, della vostra speranza e della vostra carità diventa diverso, più bello, più pulito… moralmente parlando. Il segreto consiste nel custodire e alimentare motivazioni alte. E’ importante per i vostri figli!
In questo modo, si vincono i pericoli del pessimismo, della mediocrità e dell’abitudinarietà, e si riesce a mettere entusiasmo in quello che si fa giorno per giorno, anche nelle cose piccole, le cose che io non vedo come finiranno.
La parola “entusiasmo” è molto bella: possiamo intenderla anche come “mettere Dio in quello che si fa” – viene da lì: en-theos, entusiasmo, mettere Dio in quello che si fa. Perché Dio non si stanca mai di fare il bene, non si stanca mai di ricominciare. Ognuno di noi ne ha esperienza: quante volte abbiamo ricominciato nella nostra vita! E questo è bello. Non si stanca mai di dare una speranza. Egli è la chiave per non stancarsi. E pregare aiuta a ricaricare le batterie con energia pulita.
Spero vedervi ancora più numerosi all’Adorazione Eucaristica settimanale e alla Santa Messa domenicale. Confessatevi e comunicate spesso, mi raccomando!
Ci fa bene chiedere al Signore che lavori al nostro fianco.
In questa Pasqua vi invito a pregare per chi dice che non può pregare perché non è credente.
Possa l’Altissimo allargargli il cuore e fargli desiderare il bene.
Come dicono gli adolescenti: “mandare buone onde”, desiderare il bene degli altri. È un modo di pregare per coloro che non hanno la fede e non sono credenti ma possono fare così.
Forse anche all’interno della vostra famiglia ci sono persone tiepide o indifferenti alla fede.
Mi sento vicino a voi e a questi vostri cari in ricerca… Vi consiglio di cercare un volto. Cercate un volto: i volti delle persone della nostra parrocchia. Li ricordo uno per uno. Mettersi nei loro panni per capire meglio la loro situazione… È importante non rimanere in superficie, ma cercare di entrare nella realtà per intravedervi i volti e raggiungere il cuore delle persone. Allora la nostra missione diventa un prendersi a cuore gli altri, le vicende, le storie di tutti.
E un’ultima cosa: ricordiamo quanto diceva San Giovanni della Croce: «L’anima che cammina nell’amore non annoia gli altri, né stanca sé stessa» (Parole di amore e di luce, 96). Per andare avanti c’è bisogno di amare. La domanda da porsi non è “quanto mi pesano queste cose che dovrò fare?”, ma “quanto amore metto in queste cose che ora faccio?” Chi ama ha la fantasia per scoprire soluzioni dove altri vedono solo problemi. Chi ama aiuta l’altro secondo le sue necessità e con creatività, non secondo idee prestabilite o luoghi comuni. È un creatore: l’amore ti porta a creare, è sempre avanti. San Massimiliano Maria Kolbe diceva: “Solo l’amore crea”.
Entusiasmo, cercare i volti, amare: così si può andare avanti, e così incoraggio anche voi ad andare avanti, giorno per giorno. Dio benedica voi, i vostri cari e il lavoro che svolgete a beneficio di molti, nella parrocchia e nella società per sconfiggere la gravissima piaga dell’indifferenza. E anch’io chiedo qualcosa: vi chiedo per favore di non dimenticarvi di pregare per me, o almeno di mandarmi dei buoni pensieri. Grazie! Buona Pasqua a tutti!

 

Per voi parroco, con voi cristiano:
P. Alfonso M. A. BRUNO FI

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