“Corro per fare la storia e cambiare il mondo”

E’ la frase lapidaria pronunciata quattro giorni fa a Vienna dal keniota Eliud Kipchoge, il primo uomo al mondo a correre una maratona in meno di due ore.

Mentre il mondo sicuramente corre perduto dietro la materia dimentico di Dio, un africano umile e smilzo lo ha riportato sui suoi passi dalla terra del valzer.
Eliud è un convinto cattolico praticante che anche a Vienna, come alla fine di ogni corsa, si è inginocchiato, ha portato la fronte fino a terra, si è fatto il segno della croce e ha ringraziato Dio.
A Kipchoge dove Eliud è nato trentaquattro anni fa, i suoi amici e parenti sono convinti che il successo del loro atleta è determinato dalla sua fede cattolica.
Il cugino sacerdote, padre Kennedy Kipchumba, ha riferito che l’impresa di Eliud è stata vissuta da tutti come un momento di gioia, con la consapevolezza che Dio mantiene le sue promesse.
Dopo l’impresa di Eliud i suoi familiari sono andati a una Messa di ringraziamento.

“Tutti sono venuti in Chiesa, una piccola cappella, San Pietro Kapsisiwa, per dire grazie a Dio. Sì, abbiamo celebrato la Messa per ringraziare. C’era tutta la famiglia, ma anche la comunità parrocchiale”, racconta padre Benjamin Oroiyo.

La madre di Kipchoge, Janeth Rotich, è considerata la prima sostenitrice morale e spirituale di suo figlio. “Mi sveglio ogni giorno alle tre del mattino per pregare per mio figlio. Prego il rosario”, ha detto ai giornalisti locali.

Kipchoge a causa dell’impresa in cui è stato impegnato a Vienna (e che non sarà omologata come record del mondo perché l’atleta si è servito di alcuni accorgimenti tecnici che normalmente non si possono usare) non ha potuto essere in paese per la festa della Madonna del Rosario, ma prima di partire ha partecipato a una Messa a Nairobi, durante la quale sono state recitate preghiere per lui.

“Eliud è un esempio per i giovani e un uomo umile; grazie a lui i giovani scoprono che i loro sogni possono essere realizzati da Dio”, ha detto il cappellano dell’Università St Paul di Nairobi.

Durante la Messa, il celebrante ha chiesto a Dio, alla Vergine Maria e a tutti i santi di spingere e sostenere Eliud, e il risultato finale parla chiaro: “La nostra preghiera è stata esaudita”, ha detto il cappellano.

In Kenya molti fedeli hanno interpretato il successo di Kipchoge come un segno divino nel contesto del Mese missionario straordinario, il cui tema è “Battezzato e inviato”.

Di sicuro la testimonianza cristiana di Eliud ha varcato i confini del suo Paese e fa di lui un ambasciatore di quei valori ricevuti e trasmessi nel nome di Cristo.

Fra AMAB

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