Cosa e chi c’è dietro il “Bookgate” vaticano?

Il casus belli

Quando ci si reca in quello che fu il monastero Mater Ecclesiae, tenerezza e rispetto continua ad ispirare la figura dell’ormai novantatreenne Joseph Ratzinger, il papa emerito e illustre inquilino dello stabile all’interno delle mura leonine.

Costretto in sedia a rotelle, cieco da un occhio e con difficoltà di espressione vocale, conserva tuttavia quella lucidità che da sempre lo ha accompagnato.

Non potrebbe comunicare con il mondo esterno, però, se non fosse per l’aiuto e la mediazione del suo segretario personale, Mons. Georg Gaenswein, prefetto della Casa pontificia.

Costui, su indicazione del Papa emerito, ha chiesto ieri al cardinale Robert Sarah di contattare gli editori del libro intitolato “Des profondeurs de nos coeurs” pregandoli di togliere il nome di Benedetto XVI come coautore del libro stesso e di togliere anche la firma di Benedetto XVI dall’ introduzione e dalle conclusioni.

Si tratta di un saggio a difesa del celibato obbligatorio del clero e quindi polemico con le possibili aperture di Papa Francesco dopo il Sinodo Panamazzonico che nel dibattito contemplava la possibilità di promuovere al sacerdozio diaconi sposati.

Conosco da almeno vent’anni il settantaquattrenne cardinale guineano Robert Sarah e lo riconosco come persona seria e pacata. E’ un vero peccato che in queste ore sia diventato il porporato più chiacchierato, ma peggio ancora è che già da qualche tempo sia considerato vicino agli ambienti tradizionalisti sempre più radicalizzati contro Papa Francesco.
«Affermo solennemente che Benedetto XVI sapeva che il nostro progetto avrebbe preso la forma di un libro», ha insistito Sarah, aggiungendo di aver scambiato anche alcune bozze per stabilire le correzioni. La polemica è stata definita «abietta» dal cardinale, che ha confermato comunque il suo attaccamento a Ratzinger e la sua «obbedienza filiale assoluta» a Francesco.
Più tardi l’arcivescovo Gänswein, ha precisato alla stampa che il Papa emerito sapeva effettivamente che il cardinale stava preparando un libro e che aveva inviato un suo testo sul sacerdozio autorizzandolo a farne l’uso che voleva, ma non aveva approvato nessun progetto per un libro a doppia firma, né «aveva visto e autorizzato la copertina» dove accanto al nome del cardinale appare quello di Benedetto XVI e non di Joseph Ratzinger fornendo al saggio un peso specifico maggiore.

Per le complesse implicazioni contrattuali degli autori con un editore, quanto all’attribuzione della paternità di un’opera, i diritti d’autore, la scelta della copertina e le relative remunerazioni, è difficilmente dimostrabile il non coinvolgimento del segretario Georg Gänswein.

Cronologia dei  fatti

Quanto ai fatti il 5 settembre 2019 il cardinale africano chiedeva a Benedetto XVI di redigere alcune riflessioni sul celibato cattolico dei preti entro Natale 2020 annunciando un suo lavoro analogo.

Il 20 settembre arriva la prima risposta di Benedetto XVI: «Grazie per la sua lettera del 5 settembre e per la sua preghiera per il sacerdozio in questi tempi difficili. Avevo già prima della sua lettera cominciato a scrivere qualche riflessione sul sacerdozio. Ma scrivendo ho sentito sempre più che le forze non mi permettono più la redazione di un testo teologico (…) Così ho ripreso il mio lavoro e trasmetterò a lei il testo, quando sarà tradotto dal tedesco all’ italiano».

«Il 12 ottobre – spiega Sarah – durante il Sinodo dei vescovi in Amazzonia, il papa emerito mi ha consegnato sotto copertura riservata un lungo testo, frutto del suo lavoro negli ultimi mesi. Quando ho visto la portata di questo scritto, sia nella sostanza che nella forma, ho immediatamente considerato che non sarebbe stato possibile offrirlo a un giornale o a una rivista, dato il suo volume e qualità. Così ho immediatamente proposto al papa emerito la pubblicazione di un libro che sarebbe stato un immenso bene per la Chiesa, integrando il suo testo e il mio.
A seguito dei vari scambi per la preparazione del libro,
il 19 novembre ho finalmente inviato al papa emerito un manoscritto completo comprendente, come avevamo deciso di comune accordo, la copertina, un’ introduzione e una conclusione comune, il testo di Benedetto XVI e il mio testo».
Il 25 novembre il Papa emerito risponde così: «Da parte mia, sono d’ accordo che il testo sarà pubblicato nella forma da lei prevista».
«Il 3 dicembre – spiega ancora Sarah – sono andato al monastero di Mater Ecclesiae per ringraziare ancora una volta il Papa emerito per aver riposto tanta fiducia in me. Gli ho spiegato che il nostro libro sarebbe stato stampato durante le vacanze di Natale, che sarebbe apparso
mercoledì 15 gennaio e che, quindi, sarei venuto a portargli il libro all’ inizio di gennaio al ritorno da un viaggio nel mio paese natale». «La controversia che per diverse ore mira a sporcarmi, insinuando che Benedetto XVI non è stato informato della pubblicazione del libro ” Dalle profondità dei nostri cuori “, è profondamente abietta». Sarah conclude: «Perdono sinceramente tutti coloro che mi calunniano o che vogliono oppormi a Papa Francesco. Il mio attaccamento a Benedetto XVI rimane intatto e la mia obbedienza filiale all’ assoluto di Papa Francesco».

Dalle dichiarazioni del segretario Gaenswein, la ferma risoluzione di Benedetto XVI e le dichiarazioni dettagliate del cardinale Sarah, provate da corrispondenza cartacea, sembra ci sia stato un corto circuito rispetto alle intenzioni primordiali.

Le influenze esterne

Nei prossimi giorni Papa Francesco deve pronunciarsi in un’esortazione apostolica postsinodale sull’uxorato dei preti in Amazzonia e l’intervento del papa emerito e del porporato in una tempistica perfetta avrebbero creato una turbativa sulla decisione finale.

Come padre Gianfranco Ghirlanda su «La Civiltà cattolica» del 2 marzo 2013 ebbe a sottolineare: «È evidente che il Papa che si è dimesso non è più Papa, quindi non ha più alcuna potestà nella Chiesa e non può intromettersi in alcun affare di governo».

Per gli analisti e giornalisti vaticanisti dietro l’operazione editoriale c’è l’ ex giornalista ed editore Nicolas Diat. anche se il suo nome non appare su “Dalle profondità dei nostri cuori”.
E’ questo quarantaquattrenne francese l’eminenza grigia che si nasconde dietro all’ operazione che ha acceso una nuova polemica tra i “due Papi”.
Il potente direttore di collana della casa editrice Fayard ha messo a segno il colpo editoriale di inizio anno. Diat vanta nella sua scuderia autori di successo della destra identitaria, come i fratelli De Villiers, il generale e il politico sovranista. Già consigliere dell’ ex ministro di destra Laurent Wauquiez, è un ultracattolico militante e punto di riferimento per quella galassia di fedeli che Oltralpe non ha mai digerito la fine del pontificato di Ratzinger e mal sopporta quello di Bergoglio.
Lo stesso Diat non ha mai fatto mistero della sua ammirazione per il Pontefice che ha dato le dimissioni nel 2013, a cui ha dedicato un saggio, “L’ uomo che non voleva essere Papa”. Diat frequenta il monastero Mater Ecclesiae, e lo fa sapere. L’ ultima foto di Ratzinger insieme a Diat e al cardinale Sarah è stata pubblicata nel maggio scorso sul profilo Twitter dell’ editore. E per mostrare quanto sia forte il suo legame, ha anche mostrato la dedica ricevuta da Ratzinger su “L’ infanzia di Gesù”:
“A Monsieur Diat, con la mia gratitudine per l’ esempio che porta”.
Abile comunicatore, Diat ha preparato nei minimi dettagli il lancio del libro che contiene il testo di Benedetto XVI sul celibato sacerdotale. L’ anticipazione è stata data al suo ex giornale, Le Figaro. Non appena sono cominciate le smentite da parte dell’entourage di Ratzinger, Diat è sceso in campo per difendere il suo autore. «Sono sconvolto dalla tempesta che si è abbattuta sul cardinale Sarah» ha scritto ieri su Twitter. «Ho la convinzione che sarà abbastanza forte per superare questa prova» aggiunge l’editore. Fayard ha ottenuto di non cambiare la prima tiratura in cambio dell’ impegno a correggere la copertina nelle prossime ristampe e nelle future edizioni straniere, compresa l’ Italia.

Una pubblicità assicurata e una processione di curiosi acquirenti mai prima registrata nelle librerie francesi già da questa mattina.

Il sodalizio tra Diat e il cardinale Sarah dura da tempo. L’ editore ha costruito la carriera dell’autore-personaggio, presentato ad alcuni giornalisti francesi come il prossimo “Papa africano”.
Negli ultimi anni, Diat e Sarah hanno firmato insieme diversi libri, tradotti anche in Italia dal nobile conservatore Cantagalli, come “Dio o niente”, “Si fa sera e il giorno ormai volge al declino” e “La forza del silenzio”, per il quale gli autori avevano già ottenuto una prefazione di Benedetto XVI.

Questa volta però gli ambienti della destra cristiana che intravedevano nel tandem editoriale Sarah-Ratzinger l’occasione massima per accreditare il cardinale in Sistina, dopo la richiesta del Papa emerito di togliere la sua firma al libro, si sono visti complicare i piani.

Sei anni di pontificato di Papa Francesco con i suoi concistori prepara un Conclave che difficilmente vedrà un futuro Papa avanzare in una direzione opposta alle riforme intraprese.

Benché la destra populista internazionale miri a cambiare la Chiesa secondo una sua agenda politica ed ideologica, il progetto rischia di naufragare per sempre.

E’ noto che la produzione editoriale di Sarah non sia utile soltanto ad arginare quella che il cardinale africano chiama “apostasia silenziosa” come ha spiegato il controverso scrittore e sociologo francese Frédéric Martel, autore di “Sodoma”, sostenuto nella sua idea dal ricercatore  Nicolas Seneze autore del saggio, “Comment l’Amérique veut changer de Pape (come l’America vuole cambiare il Papa)”.

I libri di Sarah sono “spinti” da organizzazioni cattoliche di estrema destra, soprattutto americane, acquistati in blocco per distribuirli in Africa, come accaduto cinque anni fa con le 10.000 copie comprate dai Cavalieri di Colombo.
Una Chiesa giovane e feconda, piena di attese, rappresenta secondo il mondo tradizionalista una massa modellabile a piacimento per fare mobilitazione ecclesiale.

Una divergenza inesistente

Le contrapposizioni tra Ratzinger e Bergoglio in verità non ci sono proprio sul celibato.
Papa Francesco si era espresso a favore del celibato sacerdotale nel volo con i giornalisti in occasione dell’ultima GMG a Panama. Paradossalmente, chi lo contesta abbracciando la bandiera della conservazione smentisce se stesso perché nella tradizione è riposto il dogma dell’infallibilità del Papa in materia di dottrina e di morale alla quale il celibato dei preti, tuttavia, non appartiene; esso fa parte della disciplina.
II Concilio Vaticano II aveva esplicitato che «la perfetta e continua continenza per il Regno dei cieli certamente non è richiesta dalla natura stessa del sacerdozio, come risulta evidente se si pensa alla prassi della Chie­sa primitiva e alla tradizione delle Chiese orientali nelle quali, oltre a coloro che assieme a tutti i vescovi scelgono con l’aiuto della grazia il celibato, vi sono anche degli eccellenti presbiteri coniugati» (Presbyterorum ordinis, 16). Non si tratta, quindi, di materia che abbia a che fare con la sostanza del Sacramento del sacerdozio, ma di una legge vigente nella Chiesa occidentale, che il Papa o un Concilio ecumenico potrebbero cambiare in qualsiasi momento.

Malgrado i film ‘I due Papi” o “The Young Pope (il Papa giovane)” la realtà sul Vaticano in questo momento è senz’ altro più avvincente della finzione cinematografica e televisiva!

 

Fra AMAB

2 risposte a “Cosa e chi c’è dietro il “Bookgate” vaticano?”

  1. Analisi convincente. Nell’opposizione a Papa Francesco la fede non c”entra nulla: Potere, soldi e politica di panciuti monsignori, poteri forti e mafiosi.

  2. A mio avviso dietro agli oppositori di Papa Francesco c’è la destra nazionalista americana che non accetta il processo di pace e di dialogo e che per gli interessi industriali di potenti osteggia la lotta per la salvaguardia all’ambiente.

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