Evangelizzare l’intelligenza artificiale

Il comune denominatore tra progressisti e tradizionalisti è il tempo: i primi rifiutano il passato; i secondi non sanno vivere il presente.

Esiste tuttavia una terza frontiera temporale che è quella del futuro.

La Chiesa “esperta in umanità” deve oltrepassarne oggi la soglia.

Nell’ era dell’intelligenza artificiale (IA) l’esperienza umana sta cambiando profondamente e rapidamente, ben più di quanto la stragrande maggioranza della popolazione mondiale riesca a vedere e a comprendere.
L’ intelligenza artificiale rappresenta quindi una sfida e un’opportunità anche per la Chiesa: è una questione di giustizia sociale.
Attualmente i creatori di sistemi di IA e dei big data sono sempre più gli arbitri delle decisioni di terzi e manipolatori per i consumatori fino allo sfruttamento dei poveri.

Silenziosamente ma rapidamente, l’IA sta rimodellando per intero l’economia e la società: il modo in cui votiamo e quello in cui viene esercitato il governo, la polizia predittiva, la maniera in cui i giudici emettono le sentenze, il modo in cui accediamo ai servizi finanziari e la nostra affidabilità creditizia, i prodotti e i servizi che acquistiamo, le abitazioni, i mezzi di comunicazione che utilizziamo, le notizie che leggiamo, la traduzione automatica di voce e di testo.
Non ce ne rendiamo neppure conto, sembrerebbe fantascienza, eppure l’IA progetta le nostre auto, aiuta a guidarle e a orientarle sul territorio, stabilisce come ottenere un prestito per comprarle, decide quali strade vadano riparate, accerta se abbiamo violato il codice stradale e ci fa sapere pure se, avendolo fatto, dovremmo essere sanzionati. Questi sono soltanto alcuni dei numerosi apporti dell’IA già in atto.
Il codice di programmazione dell’IA viene scritto da esseri umani. La sua complessità può quindi accentuare i difetti che inevitabilmente accompagnano qualsiasi compito svolgiamo. I preconcetti e le parzialità nella scrittura degli algoritmi sono inevitabili. E possono avere effetti molto negativi sui diritti individuali, sulle scelte, sulla collocazione dei lavoratori e sulla protezione dei consumatori.
In questo campo la Chiesa ha l’opportunità e l’obbligo di impegnare il suo insegnamento, la sua voce e la sua autorevolezza riguardo ad alcune questioni che si profilano fondamentali per il futuro.

Sono infatti le decisioni etiche a determinare e a inquadrare quali problemi affronterà un sistema di IA, come esso vada programmato e come debbano essere raccolti i dati per alimentare l’apprendimento automatico.

Tra queste va senz’ altro compreso l’enorme impatto sociale della ricaduta che l’evoluzione tecnologica avrà sull’ occupazione di miliardi di persone nel corso dei prossimi decenni, creando problematiche conflittuali e un’ulteriore emarginazione dei più poveri e vulnerabili.
Un significativo progresso è stato compiuto nel maggio 2019, quando i 35 Paesi membri dell’ Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) hanno concordato un documento che riporta i ‘Princìpi Ocse sull’ intelligenza artificiale’.

Essi sono: favorire la crescita inclusiva, lo sviluppo sostenibile e il benessere; rispettare i diritti umani, lo stato di diritto, i princìpi democratici; assicurare sistemi trasparenti e comprensibili; garantire sicurezza, protezione e valutazione dei rischi; affermare la responsabilità di chi li sviluppa, li distribuisce e li gestisce. Le raccomandazioni sono: investire nella ricerca e nello sviluppo dell’IA; promuovere ecosistemi digitali di IA; creare un ambiente politico favorevole all’ IA; fornire alle persone le opportune competenze in vista della trasformazione del mercato del lavoro; sviluppare la cooperazione internazionale per un’IA responsabile e affidabile.
La Chiesa deve impegnarsi a informare e ispirare i cuori di molte migliaia di persone coinvolte nella creazione e nell’ elaborazione dei sistemi di intelligenza artificiale.

Nelle arene politiche ed economiche in cui viene promossa l’ IA devono trovare spazio le considerazioni spirituali ed etiche.

Ai cristiani e alla Chiesa si apre una possibilità per la cultura dell’ incontro, per mezzo della quale vivere e offrire un’ autentica realizzazione personale a questa particolare comunità. Portare agli esperti di dati e agli ingegneri del software i valori del Vangelo e della profonda esperienza della Chiesa nell’ etica e nella giustizia sociale è una benedizione per tutti, ed è anche il modo più plausibile per cambiare in meglio la cultura e la pratica dell’IA. L’ evoluzione dell’ IA contribuirà in grande misura a plasmare il XXI secolo. La Chiesa è chiamata ad ascoltare, a riflettere e a impegnarsi proponendo una cornice etica e spirituale alla comunità dell’ IA, e in questo modo a servire la comunità universale.

Fra AMAB

 

 

 

 

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