La festa della mamma

Valeria Fedele, 33 anni, è l’unica mamma sommergibilista della Marina: sua figlia vive a Ostuni.

Ogni donna è mamma. La maternità infatti non si esaurisce nell’aspetto biologico ma si estende alle qualità della generatività e accoglienza della vita anche in senso morale, spirituale e affettivo con quelle caratteristiche peculiari della donna

“Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell’essere umano nella gioia e nel travaglio di un’esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita”.

Erano le parole che S. Giovanni Paolo II dedicò nell’ormai lontano 1995 alle donne in occasione di una lettera che rivolse loro.

Erano gli anni dell’empowerment, delle successive Conferenze di Pechino e del Cairo dove in nome dell’emancipazione femminile si tentò di svuotare sul piano culturale il nesso tra maternità e femminilità consegnando la donna al meccanismo della produttività e dei traguardi dirigenziali.

Tale rivoluzione l’hanno resa più sola e più vuota; sedotta dalla gloria mondana e abbandonata da un mondo che senza Dio perde anche il senso dell’uomo creato da Dio maschio e femmina.
Le origini della Festa della Mamma risalgono a secoli fa, e sono collegate al culto della fertilità e della maternità. La Festa della Mamma, per come la conosciamo oggi, esiste dalla fine dell’Ottocento, quando fu introdotta dalla pacifista americana Ann Reeves Jarvis, seguita da sua figlia Anna e poi da Julia Ward Howe (autrice tra l’altro del testo della celebre canzone “Battle Hymn of the Republic“).
Durante gli anni Sessanta dell’Ottocento, Ann Reeves Jarvis partecipò a molte campagne per combattere la mortalità infantile causata dalle malattie e alla contaminazione del latte. Dopo la Guerra civile americana, iniziò a organizzare giornate di incontri, picnic e altri eventi per promuovere l’amicizia tra le madri che appartenevano a schieramenti che erano stati nemici negli anni della guerra tra Nordisti e Sudisti.
Nel 1870 Julia Ward Howe scrisse la “Mother’s Day Proclamation”, che esortava le donne ad assumere un ruolo attivo nel processo di pacificazione. Il 10 maggio del 1908 Anna Jarvis, figlia di Ann Reeves Jarvis, organizzò nella sua città natale, Grafton (nel West Virginia), a Philadelphia e in altre città eventi dedicati alle madri. Negli anni successivi i festeggiamenti per il giorno della mamma ebbero sempre più seguito, finché il presidente americano Woodrow Wilson ufficializzò la festa nel 1914.
La Festa della Mamma si festeggia in questo periodo perché Ann Jarvis morì il 9 maggio 1905. Wilson stabilì che la festa cadesse la seconda domenica di maggio: data che venne poi adottata in molti paesi occidentali, compresa l’Italia a partire dalla fine degli anni Cinquanta.

Durante il lockdown per l’emergenza coronavirus, le mamme lavoratrici che in Italia sono circa cinque milioni e mezzo, hanno lavorato più dei papà e nella fase 2, viste le difficoltà di conciliazione tra lavoro e famiglia, potrebbero ritrovarsi di fronte al dilemma se continuare a lavorare oppure no.

Esse rappresentano, in tutti i sensi, una risorsa importante per il nostro Paese e per la famiglia umana.

Auguri mamme!

 

Fra AMAB

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