Benedetta lettura

 Italo Calvino affermava che il buon lettore aspetta le vacanze con impazienza. Ha rimandato alle settimane che passerà in una solitaria località marina o montana un certo numero di letture che gli stanno a cuore e già pregusta la gioia delle sieste all’ombra, il fruscio delle pagine, l’abbandono al fascino d’altri mondi trasmesso dalle fitte righe dei capitoli.
Chi ama leggere ha sicuramente una sensibilità e una cultura diversa da tutti gli altri. I libri sono i nostri migliori amici e, come dice Paul Sweeney ti accorgi di averne letto uno buono quando sfogliando l’ultima pagina ti senti come se avessi appunto perso un amico che ti teneva compagnia.
Sempre in punta di piedi regalo un libro a qualcuno perché non so mai se sarà di gradimento il soggetto e il genere del libro, ma il fatto di regalare un libro stesso.
Viceversa riceverne mi è sempre cosa gradita, anche in formato elettronico,  perché faccio della parola e delle storie il modo con il quale comunico con gli altri.
Nell’antichità gli uomini non leggevano il libri con gli occhi ma ripetevano a voce sommessa parola per parola per dare a ogni espressione  un suono e una connotazione.

Il genio della comunicazione Marshal McLuhan amava leggere la Bibbia in varie lingue poiché in ogni versione vi scopriva giustamente diverse sfumature e gradi di intellegibilità.

Ho riprodotto la stessa esperienza con la novella dell’aviatore francese Antoine de Saint-Exupery ne’ Il Piccolo Principe o, se vogliamo, Le Petit Prince, The Little Prince, O Pequeno Principe, El Principito…

Ad ogni lingua diversa sembra di volare verso nuovi spazi e nuove terre solcate dalle vestigia della cultura di un popolo.

Con la multimedialità c’è oggi il recupero del suono ed è scongiurata la preoccupazione di Romano Guardini di delegare solo all’occhio la traduzione di significati a partire da segni grafici.
Scrive un francescano antropologo, Fra Emanuele Rimoli che leggere è senza dubbio un mezzo di conoscenza, non nel senso di accumulo o consumo, ma come capacità di tessere assieme i contenuti, di farli interagire perché svelino quei nessi in grado di tracciare la via nel labirinto di drammi che la vita comporta. Leggere è parte del mondo delle relazioni, è conoscenza per ascolto. Nutre le radici della nostra umanità per sviluppare l’ascolto, la comprensione e la compassione verso le vite degli altri. E la nostra.
Il semiologo Umberto Eco diceva: «Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita:
la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’Infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro».

Dalla lettura scopriamo che anche il silenzio, le pause, come nella musica, sono un modo di comunicare per offrire al dialogo con la storia più concretezza e bellezza, più mitezza e meno arroganza.

Quando ero in Africa un missionario belga in Congo mi raccontò di quando, in gioventù, in preda all’ozio sparò ad un babbuino che stava tranquillo su un albero della savana.

La bestiolina cadde a terra e ferita a morte, gesticolava quasi a voler esprimere con una mimica più degli uomini che dei semplici primati, “perché lo hai fatto?”.

Da allora quel missionario capì che anche in mezzo a persone illetterate doveva continuare ad affinarsi e a coltivarsi. Il suo ministero ne guadagnò tantissimo anche se soffrì poco più tardi le incomprensioni di arroganti e violenti. Tutto quello che fai nella vita ti viene infatti restituito.
La lettura dunque, è uno strumento (assieme ad altri) per entrare nel mondo di cui siamo parte in maniera più profonda, matura, creativa e, soprattutto, non fondamentalista. Il lettore assiduo sa che non deve imporre se stesso alla pagina con cui si incontra, al contrario non leggerebbe più.
Il vero lettore è una persona aperta di mente, che sottomette la passione alla ragione, che sa aspettare e sa respirare il ritmo della storia.
La lettura riporta una mente annebbiata dalla rabbia alla quiete nella consapevolezza che il Dio che illumina, innalza e abbassa rende la vita più fantasiosa della nostra immaginazione.

 

Fra AMAB

 

 

 



 

 

 

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