“Di fronte al male c’è un’umanità che incarnate.”

Il 21 agosto 2015 fu sventato un attacco terroristico sul treno Thalys 9364 diretto da Amsterdam a Parigi.
Ayoub El-Khazzani il jihadista salito alla stazione di Bruxelles, appena superato il confine francese si chiuse in bagno per organizzare il suo attacco a colpi di AK-47.
Avrebbe potuto essere un bagno di sangue, visti gli oltre 500 passeggeri presenti a bordo, ma la storia andò diversamente.
Tre militari statunitensi, già dispiegati in Irak e Afghanistan, che si ritrovavano insieme in Europa per vacanza, immobilizzarono il terrorista. Erano le 15:17.
Clint Eastwood, cinematograficamente sempreverde a dispetto dei suoi 88 anni di età, ha voluto portare la storia sullo schermo col titolo: Ore 15:17 – Attacco al treno.
E’ uscito l’8 Febbraio 2018 nelle nostre sale cinematografiche e l’originalità del film è la scelta dei veri protagonisti come attori: Anthony Sadler, Alek Skarlatos e Spencer Stone.
La sceneggiatura si concentra su quello che è avvenuto prima, a partire dall’infanzia di questi tre amici per la pelle – due bianchi e un nero, va sottolineato – che fin da ragazzini sono cresciuti in un contesto che oggi definiremmo trumpiano: scuole cattoliche, passione per i giochi di guerra, mito per le forze armate. Due di loro sarebbero diventati soldati davvero, e uno in particolare, Spencer Stone con una volontà che ne superava la capacità: perché sentiva che la sua vita lo stesse spingendo verso qualcosa di particolare, di importante per sé e per gli altri.
Una voce fuori campo recita: “Quando cominci a scoprire chi sei, allora capisci veramente quanto potere hai sulla tua vita, ma lo puoi fare solo affrontando le difficoltà della vita! Quasi tutti evitano le difficoltà, quasi tutti vivono la vita evitando il dolore! Quando coltivi un sogno a un certo punto avviene un cambiamento: impari a puntare più in alto, cominci a sfidare te stesso, a scavare più a fondo! Dentro di te c’è qualcosa di sopito, qualcosa che non hai mai attivato! Non cercare di prendere scorciatoie, fa la cosa giusta! Siamo stati scelti per questa grande avventura!”
Raccontando la storia di questi tre ragazzi, e in particolare quella di Stone, Eastwood racconta di un’America sì patriottica, cristiana, conservatrice (come poi è lui), ma che non per questo debba essere l’America razzista, bigotta ed egoista come l’interpreta l’attuale Presidente.
Ragazzi difficili, continuamente “a tu per tu” con il Preside della scuola per motivi disciplinari, figli di mamme single o divorziate, eppure coesi da una solida amicizia che li ha aiutati più tardi a fronteggiare minuti drammatici e a meritare la Legione d’Onore da parte del Governo francese.
Quando François Hollande fece il discorso di circostanza prima di appuntare sul loro petto la medaglia, ebbe a dire: «Face au mal, il y a une humanité que vous incarnez» (di fronte al male c’è un’umanità che incarnate).
E poi ancora: “C’è sempre qualche cosa da fare di fronte all’aggressione, anche quando sembra sproporzionata, infame, barbara (…). Voi avete dimostrato che di fronte al terrore c’è possibilità di resistere”.
Spencer Stone, a un certo punto del film, dice a uno dei suoi amici : “Non pensi mai che la vita ti stia spingendo verso qualcosa? Uno scopo più elevato?”
Per i tre ragazzi il momento è arrivato sfuggente in quei 300 Km/h del TGV ricordando a noi due celebri frasi del filosofo irlandese Edmund Burke:
“Nessuno ha mai commesso un errore più grande di colui che non ha fatto niente perché poteva fare troppo poco”. E ancora: “Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rimangano in silenzio”.

Fra AMAB

              

 

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