LA GRATITUDINE

Riflessioni sulla Liturgia della Parola della XXVIII Domenica T.O. Anno C

La Liturgia della Parola odierna, nella guarigione di Naaman il siro e dei dieci lebbrosi, esalta la gratuità di Dio e la gratitudine dell’uomo.

Alla gratitudine si contrappone la cultura del dovuto sul dovere che fa ritenere implicitamente che per essere grati ci debbano essere delle ragioni eclatanti, dei fatti oggettivi speciali e unici.

Proprio atteggiamento fa sì che la gratitudine non emerga e non abbia la possibilità di fiorire. Occorre cambiare prospettiva e imparare a soffermarsi sulle piccole cose.

Il primo passo è smettere di dare tutto per scontato.

Il fatto che respiri, che cammini, che tu possa correre, parlare, incontrare altre persone è un miracolo per cui essere profondamente grati in ogni momento.

I piccoli gesti che condividiamo con altre persone, il sorriso di un bambino, il grazie ricevuto da una signora anziana che hai aiutato, il bacio della sposa quando torni a casa, la bellezza di un tramonto… sono tutte cose favolose per cui essere grati e che troppo spesso non vengono nemmeno viste nella vita quotidiana.

Poi dobbiamo imparare a non osservare il mondo attraverso il filtro deformato della negatività in cui tutto è brutto, preoccupante, e allarmante. Infine, occorre superare l’arroganza di attribuire agli altri e al mondo tutti i torti e a noi stessi tutti i meriti. Una volta iniziato a capire per quante cose ognuno di noi può essere grato e che vederle o meno è una questione di scelte, si apre una nuova fase della nostra vita.

Le persone grate non sono sempre di corsa, trafelate e costantemente in ritardo, si concedono il tempo per soffermarsi sulla bellezza che li circonda.

Chi è grato sorride di più e non si lamenta in continuazione, non si arrabbia se deve stare fermo in coda, non aggredisce qualcuno per sfogare la propria tensione.

Una persona grata non trova scuse e si assume la responsabilità delle proprie azioni.

All’inizio ci si può allenare proprio con le persone che sono più a stretto contatto con noi come i genitori, i figli, i colleghi, gli insegnanti, tutte quelle donne e quegli uomini che in qualche modo sono parte della nostra vita e che possono acquisire un ruolo molto più bello se dimostriamo a loro la nostra gratitudine.

Molte ricerche hanno dimostrato gli effetti positivi della gratitudine sulla salute e lo stato di benessere. La gratitudine è uno stato emotivo complesso associato con effetti a livello personale e sociale.

Sul piano neurologico la sensazione di gratitudine si manifesta con un’attivazione di alcune aree della corteccia prefrontale responsabili dei meccanismi di riconoscimento e ricompensa sociali e della regolazione della moralità e dell’etica. Alcune ricerche indicano anche un rilascio di endorfine che sono connesse a rilassamento e benessere.

Oltre agli aspetti prettamente psico-fisiologici sono molto importanti le conseguenze sociali dell’espressione della gratitudine. Infatti, essere grati contribuisce ad aumentare la sensazione di fiducia che è a sua volta connessa con livelli più bassi di stress e ansia. Vivere e praticare la gratitudine potrebbe essere un antidoto davvero potente al malessere così diffuso nella nostra società.

Se vogliamo vivere sereni, rilassati, soddisfatti, non dobbiamo provare a condizionare gli eventi esterni ma lavorare sul nostro mondo interiore sviluppando in particolare un profondo senso di gratitudine.

 Esercitandoci nella gratitudine ci sembreranno fuori luogo quegli atteggiamenti arroganti, spocchiosi, vittimistici e lamentosi che così spesso vediamo nell’uomo moderno.

Può sembrare un paradosso ma fare bene agli altri, aiutare, contribuire e mettersi a disposizione non fa bene solo a chi riceve il nostro aiuto ma anche a noi che lo diamo.

Essere altruisti ha dei risvolti concreti sul nostro benessere in quanto riduce lo stress, rafforza i rapporti, ci fa adottare nuove prospettive e sviluppa la nostra empatia.

La gratitudine è un bellissimo sentimento che porta luce e serenità nella vita di chi la percepisce e di riflesso nell’anima delle persone con cui interagiamo. Decidere di coltivare la gratitudine è un po’ come costruire un boomerang che, una volta lanciato, ci ritorna indietro più ricco e potente di prima.

Fra AMAB

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *