La Supplica alla Madonna del Rosario di Pompei

 Della Vergine del Rosario è celebre la Supplica, scritta dal Beato Bartolo Longo nel 1883 come “Atto d’amore alla Vergine”, la quale si recita in due occasioni: l’8 Maggio, che è l’anniversario della posa della prima pietra del Santuario di Pompei (era l’anno 1876), e la prima domenica di Ottobre, il mese dedicato al Rosario e in cui ricorre la festa della Madonna del Rosario, il 7 Ottobre.

STORIA DELLA SUPPLICA

La storia della Madonna di Pompei inizia nel 1872, quando Bartolo Longo, che aveva avuto una giovinezza piuttosto “movimentata” e tutt’altro che esente da qualche vizio, arrivando perfino a diventare un sacerdote satanico quando giunse a Napoli da Brindisi per studiare all’Università, entrando in contatto con il mondo anticlericale e ateistico, udì la Madonna dirgli: “Se propagherai il Rosario sarai salvo” mentre si trovava nei campi. A quel punto Bartolo Longo, che temeva molto per la propria anima, cominciò l’opera di diffusione, la quale però non dava frutti, dunque decise di recarsi a Napoli per acquistare un dipinto, in modo che la gente avesse un oggetto da venerare. In via Toledo incontrò il proprio confessore, che gli disse di rivolgersi a Suor Maria Concetta del convento di Porta Medina: il quadro che questa gli diede era in pessimo stato di conservazione, con le tarme e pezzi di colore mancanti, però l’uomo lo acquistò lo stesso e lo fece trasportare a Pompei su un carretto di solito usato per trasportare il letame.
Insieme al restauro del quadro, che molto tardi si scoprì essere di un allievo di Luca Giordano, iniziò la costruzione della Basilica, nel 1876, proprio lì dove Bartolo Longo sentì la voce della Madonna. Fondamentali furono le cospicue elargizioni della contessa Marianna De Fusco, con cui Bartolo Longo conviveva e poi sposò, per tacere le voci di una tresca amorosa al di fuori del matrimonio. Durante il restauro Santa Rosa fu trasformata in Santa Caterina da Siena, a correzione di un grave errore che poteva portare all’interdizione, cioè il divieto di ogni funzione religiosa nel luogo dove il quadro fosse stato esposto; l’altro santo raffigurato è san Domenico de Guzman. Alla tela furono aggiunte pietre preziose quali diamanti, zaffiri e 4 rarissimi smeraldi donati da due ebrei; tutte queste pietre furono tolte negli anni ’60 durante l’ultimo restauro. Il 13 Febbraio 1876 il dipinto fu mostrato per la prima volta, e già quel giorno si verificò il primo miracolo, la guarigione a Napoli di una ragazzina che l’illustre professor Antonio Cardarelli aveva giudicato inguaribile dall’epilessia. La voce si sparse in fretta e migliaia di fedeli giunsero a Pompei, che allora era soltanto una valle che ha fatto parte fino al 1928 di Torre Annunziata, all’epoca la seconda città della Campania dopo Napoli, essi moltiplicarono considerevolmente le offerte per la costruzione del Santuario, tanto che ancora oggi possiamo vedere i pregiatissimi marmi utilizzati sia all’interno che all’esterno della struttura. Il Santuario di Pompei fu consacrato nel 1891, la facciata fu completata nel 1901 e già nel 1894 fu eletta Basilica Pontificia, grazie all’enorme eco della “rivalutazione” del Rosario che giunse fino a Roma, al papa. Nel 1925 fu completato il campanile di 88 metri e, negli anni ’30, la Basilica fu ampliata passando da una a tre navate e costruendo una cupola più grande, il tutto per meglio contenere le ondate di pellegrini che pregavano la Madonna dei miracoli, come testimoniano i migliaia di ex voto che si possono vedere all’interno del Santuario.      

Il rapporto tra Pompei e i Papi è stato sempre molto intenso. Quando Giovanni Paolo II giunse a Pompei per prima volta era appena ritornato dal suo viaggio apostolico in Irlanda e nell’America del Nord; aveva scelto di recarsi nella città campana proprio per ringraziare la Vergine della buona riuscita del viaggio, realizzando il sogno di Bartolo Longo che il 5 maggio 1901, inaugurando la facciata del Santuario disse: “Un giorno da quella loggia noi vedremo la bianca figura del Rappresentante di Cristo benedire le genti accolte in questa piazza, acclamanti la pace universale”.
Nel 2003 il Santo Papa Polacco giunse a Pompei a conclusione dell’Anno del Rosario, inagurato con la consegna alla Chiesa della Lettera apostolica “Rosarium Virginis Mariae”. In quel documento il Papa citava Longo, come uno dei santificati per via della preghiera mariana; egli stesso lo aveva beatificato il 26 ottobre 1980.   Benedetto XVI, nel 2003, affidò “alla Madre di Dio, nel cui grembo il Verbo si è fatto carne” il Sinodo dei Vescovi, allora in corso, e ribadì con forza la valenza dell”“arma spirituale” del Santo Rosario: “Questa preghiera ci conduce, attraverso Maria, a Gesù”. Inoltre, “il Rosario è preghiera contemplativa accessibile a tutti: grandi e piccoli, laici e chierici, colti e poco istruiti”, utilissima “nella lotta contro il male, contro ogni violenza, per la pace nei cuori, nelle famiglie, nella società e nel mondo”. Papa Francesco si è recato a Pompei il 21 marzo 2015 inaugurando così il suo viaggio a Napoli.
Successivamente invitò a mensa dei poveri assistiti proprio dalle opere caritative fondate dal beato Bartolo Longo.

 

 

 

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