GRAZIE CALDERA’!

In semplicità e letizia si è conclusa con l’Epifania 2020 la IV edizione del Presepe Vivente di Calderà.

Frutto dell’inventiva e buona volontà dei parrocchiani di S. Rocco è un appuntamento che consolida un flusso regolare di visitatori di Barcellona e dintorni.

La “Betlemme quaddariota” s’inserisce bene nella tradizione che S. Francesco inaugurò a Greccio.
Il santo si fermò nella città della Valle Reatina venendo probabilmente da Roma, dove il 29 novembre 1223 aveva ricevuto dal Papa Onorio III la conferma della sua Regola. Dopo il suo viaggio in Terra Santa, quelle grotte gli ricordavano in modo particolare il paesaggio di Betlemme. Ed è possibile che il Poverello fosse rimasto colpito, a Roma, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dai mosaici con la rappresentazione della nascita di Gesù, proprio accanto al luogo dove si conservavano, secondo un’antica tradizione, le tavole della mangiatoia.
In modo particolare, fin dall’origine francescana il presepe è un invito a “sentire”, a “toccare” la povertà che il Figlio di Dio ha scelto per sé nella sua Incarnazione. E così, implicitamente, è un appello a seguirlo sulla via dell’umiltà, della povertà, della spogliazione, che dalla mangiatoia di Betlemme conduce alla Croce. È un appello a incontrarlo e servirlo con misericordia nei fratelli e nelle sorelle più bisognosi (cfr Mt 25,31-46).

“Come sarebbe bello – ha detto monsignor Accolla arcivescovo di Messina – se i figuranti dei presepi viventi diventassero testimoni della presenza di Cristo che ha voluto assumere la nostra natura umana per ridonare a noi tutti la dignità di figli di Dio”.

I figli di San Francesco ai quali è affidata la cura pastorale della parrocchia di San Rocco in Calderà non hanno potuto allestire in senso stretto un museo etno-antropologico malgrado la rassegna di arti e mestieri del mondo rurale e pastorale ma in compenso hanno offerto qualche simbolica degustazione di prodotti tipici e tanto sorriso riscuotendo un grande consenso al suono delle zampogne e delle musiche natalizie.

Mentre le baracchette e casupole si smontano dal vecchio borgo dei pescatori e tutto ritorna alla normalità si preparano nuovi appuntamenti che al ritmo delle stagioni e dell’Anno Liturgico fanno di questa comunità un laboratorio di aggregazione ed evangelizzazione.

Fra AMAB

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