IL RITORNO EUCARISTICO

Madre Teresa di Calcutta, oberata di problemi, assillata da innumerevoli richieste in tutti i campi dell’emarginazione, con oltre cinquemila suore sparse nei vari angoli della terra, non esitava a considerarsi la persona più felice dei mondo per il fatto di essere continuamente a contatto con Gesù servito nei poveri.
La vita attiva diventava il naturale prolungamento dell’Eucaristia. Per lei la Messa durava tutta la giornata. Conduceva un’esistenza eucaristica. Tutti i giorni Madre Teresa trascorreva quattro ore in ginocchio davanti al Santissimo Sacramento. Poi. finita l’adorazione, si immergeva nella contemplazione di quel Dio che si è fatto piccolissimo a Betlemme, che si è annientato sulla croce, che si è fatto pane per lasciarsi mangiare; quel Dio che si è fatto corpo in ogni essere umano. Ecco la sua costante e viva contemplazione, vissuta con estrema serenità, sempre con quel misterioso sorriso sulle labbra.
Noi dobbiamo diventare come lei «Eucaristia» e soprattutto per il prete è fondamentale imparare a relazionarsi al mistero eucaristico.
L’Eucaristia è il centro della storia umana: tutta la storia umana gira attorno ad essa, si svolge al ritmo dell’Eucaristia, va verso il suo compimento secondo un dinamismo eucaristico.
Ognuno può tracciare con gratitudine la propria biografia eucaristica: che cosa è stata per me? Quando ho incontrato l’Eucaristia, interiormente e non solo esteriormente? Come l’ho conosciuta: da bambino, forse nel servizio alla Messa, nella prima Comunione, nelle comunioni successive, nelle adorazioni, nelle processioni, nelle visite eucaristiche? Quali sono state le Eucaristie che maggiormente mi hanno trasformato o quelle che magari hanno generato in me dolore e resistenza? Quali vicende mi hanno avvicinato sempre di più all’Eucaristia?
Potemmo e dovremmo chiederci però anche quali siano state le vicende che ci hanno allontanato dall’Eucarestia e dalla S. Messa.
Le cattive compagnie? I peccati gravi? I cattivi esempi dei preti? La mia situazione relazionale fuori dal matrimonio? Il vergognarmi di manifestare pubblicamente la mia fede? La pigrizia?
In questa settimana di preparazione alla solennità del Corpus Domini posso riavvicinarmi al Signore con un atto di fede verso i suoi sacerdoti. Benché peccatori come me e più di me possono offrirmi il perdono che viene da Dio accogliendo la confessione dei miei peccati, tanto più umile e tanto più efficace quanto più vissuta nella fede soprannaturale: non negli uomini, ma in Dio.
In questo modo dalla prossima domenica mi disporrò a ricevere anche più degnamente la Santa Comunione e aiuterò altri amici, parenti e conoscenti ad intraprendere uno stesso percorso di riavvicinamento ai Sacramenti perché senza il Signore non possiamo nulla e la nostra vita diventa buia e triste.
In Dio tutto è più luminoso e gioioso!
 
Fra AMAB

 

 

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