Quando il giornalismo si distrae in vacanza…

 In Facoltà di comunicazione una delle materie che ci ha accompagnato dall’inizio alla fine nella versione I, II III, etc.  era: analisi e pratica del giornalismo.
All’interno di questa disciplina veniva chiamato frame (cornice) il confine entro il quale si voleva racchiudere una notizia evidenziandone gli elementi salienti.
Nel periodo estivo purtroppo, anche grandi testate delegano a tirocinanti e giornalisti imperiti la redazione degli articoli e l’ideazione dei titoli che nella spasmodica ricerca dell’elemento notiziabile (news values) genera strafalcioni per gli addetti ai lavori a discapito della credibilità o almeno della qualità del giornale stesso.

L’odierna rassegna stampa italiana ha mostrato come dallo stesso quotidiano dei vescovi, fino ai giornali di destra o di sinistra, dei grandi gruppi imprenditoriali o liberali, l’Istruzione della Congregazione per il Clero, “La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa” firmata il 29 Giugno scorso e resa nota ieri, sia stata ridotta e tradotta nella facoltà dei diaconi di celebrare matrimoni e funerali e nel carattere libero e responsabile a modo di offerta per l’intenzione della S. Messa e dei Sacramenti.

Titoloni nei quali si scrive: “I laici possono fare matrimoni e funerali” e ancora “Non c’è tariffa per le SS. Messe”.

All’inesattezza si aggiunge il ridicolo poiché il Codice di Diritto Canonico del 1983 già attribuiva al diacono la facoltà di presiedere come testimone il rito di Nozze, essendo i nubendi i ministri!

Il funerale non è un sacramento e senza la S. Messa la preghiera di commiato può essere tranquillamente formulata dal diacono con la benedizione del feretro.

Quanto alle intenzioni delle SS. Messe, così come per il Battesimo, le Cresime e i Funerali, almeno per quanto mi riguarda come parroco non è mai esistita, da parte della CEI e della Conferenza Episcopale della Regione dove opero pastoralmente, una “tariffa”. C’è un’offerta libera e responsabile.

Alcune volte succede a me e ai confratelli di officiare anche gratuitamente le summenzionate celebrazioni o di rifiutare l’offerta della S. Messa alla vedova povera o all’immigrato praticante.

L’unico onorario formalizzato dalla CESI, in vigore e invariato dal lontano 2001, riguarda la celebrazione del matrimonio che in Sicilia prevede 103 euro più modiche spese per il complesso dossier amministrativo (10 euro alla parrocchia e 5 euro alla Curia).

Alcuni quotidiani notoriamente antibergogliani e quindi finanziati dall’internazionale sovranista trumpiana parlano addirittura di “amazzonizzazione” della Chiesa italiana.

Questo perché la controversa e incompresa esortazione apostolica post-sinodale “Querida Amazonia” estendeva a laici di provata virtù la facoltà di assumere ruoli di responsabilità pastorale (non sacramentale) all’interno di comunità vaste e senza preti.

L’Instrumentum laboris valutava anche l’ipotesi dell’ordinazione sacerdotale per dei viri probati  già sposati e adeguatamente formati, cosa che esiste da secoli nelle chiese orientali come quella maronita del Libano.

Il mondo tradizionalista, invece, allergico al profetismo cristiano è andato in fibrillazione con l’autogol per Mons. Georg Gaswain e l’inciucio del libro “Des profondeurs de nos coeurs” del cardinale Sarah attribuito in coedizione a Benedetto XVI – che ha voluto si ritirasse la sua firma – come apologia al celibato dei preti che mai era stato messo dal Papa Francesco in discussione.

L’Istruzione della Congregazione del clero ha invece ribadito il valore della parrocchia, la necessità di una spinta missionaria, il ruolo insostituibile del parroco, così come la formazione e il coinvolgimento dei laici. La trasparenza amministrativa, i criteri di unificazione pastorale, fusione o soppressione di parrocchie; l’identità e il ruolo dei diaconi, l’attenzione ai poveri, la purificazione delle persone e delle strutture… ma di questo nessun giornalista ne ha parlato sufficientemente perché o non si è letto il documento pensando alla spiaggia o non si è capito o non si è voluto capire…

Infine, ultima chicca della giornata, è stata il modo con il quale la stampa ha trattato la notizia di don Emanuele Moscatelli che ha presenziato al rito di unione civile del matrimonio di una coppia di lesbiche nel Comune di Sant’Oreste, Diocesi di Civita Castellana.

Il vescovo Mons. Rossi così si è espresso ad Adn- Kronos: «Il parroco è un libero cittadino ma c’ è un canone che impedisce ai sacerdoti di officiare cerimonie civili. Ma si dialoga nella Chiesa e così ho fatto con don Emanuele» che, dopo il periodo di riflessione «non potrà fare più il parroco a Sant’ Oreste, ma una volta chiarite certe cose potrà fare tutto, quando sarà il momento».

“Naturalmente” il titolo del Corriere della Sera e non del settimanale parrocchiale era: “Parroco sposa due donne Poi si dimette” (sic) così con la P maiuscola senza punteggiature. Il Messaggero è stato “più preciso” : Parroco sposa due donne e il vescovo lo rimuove: «Iniziativa inopportuna».

E meno male che la scuola anglosassone insegna a separare i fatti dalle opinioni!

Il Tempo spara a zero col titolo: “Le vie del Signore sono infinite Via l’abito e prete sposa 2 donne”.

Cioè, secondo il quotidiano conservatore romano, il prete si è spretato perché si è fatto bigamo!

Il giornalismo quello con la G maiuscola è un servizio alla società, alla democrazia, alla libertà.

Il giornalismo è una vocazione come quella del prete. E’ un’affascinante missione per le emozioni che si vivono e che arricchiscono la persona nella ricerca della verità.

Molti colleghi hanno pagato un pesante tributo di sangue in nome del diritto all’informazione, altri sono carcerati, altri sono stati isolati socialmente.

Non si gioca con il potere, non ci si deve affannare per le copie da vendere e prostituire il pensiero per i soldi.

E’ una cosa seria. Dopo la crisi delle istituzioni, della politica e della magistratura, per favore, cari colleghi, chiudiamo le fogne della dezinformatzija e chiudiamo il recinto delle bufale.

Basta con la strategia della confusione e con la cialtroneria dei poltronisti!

Restituiamo dignità al giornalismo.

 

Fra AMAB

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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